ADHD e alimentazione

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ADHD e alimentazione

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ADHD e alimentazione

L’ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) è un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività che rientra nella categoria dei disturbi del neurosviluppo.

Questo disturbo esordisce nella maggior parte dei casi durante l’infanzia e si manifesta maggiormente nei maschi, rispetto alle femmine, la sua causa è sconosciuta e l’eziologia è multifattoriale. L’ADHD è caratterizzato da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione, impulsività e distrazione.

Ad oggi esistono farmaci per il trattamento di questo disturbo, i quali però provocano spesso effetti indesiderati, come perdita di appetito, perdita di peso, arresto della crescita, dolori addominali, mal di testa, problemi di sonno e aumento della pressione arteriosa.

ADHD e alimentazione: che cosa possiamo fare ?

Negli ultimi anni, proprio a causa degli effetti avversi che i farmaci provocano nei soggetti affetti da ADHD, l’attenzione verso terapie alternative è stata molta. Ci sono oramai moltissimi studi che pongono infatti l’attenzione sulla correlazione tra ADHD e alimentazione.

L’aumento del rischio di insorgenza di questo disturbo infatti si presenta in primo luogo durante la vita prenatale, dove l’alimentazione della madre e l’ambiente circostante sono i primi fattori scatenanti. Una dieta materna ricca di cibi spazzatura, zuccheri semplici, conservanti e grassi saturi e deficitaria di acidi grassi polinsaturi, proteine nobili, cereali integrali, frutta e verdura, nonché la presenza di inquinamento, alcol e fumo, sono tutti fattori di rischio per lo sviluppo di ADHD nel feto.

Tutto ciò ovviamente varrà anche dopo la nascita del bambino, dall’allattamento alla sua nutrizione nei primi anni di vita.

 

Come certi cibi e sostanze influenzano lo sviluppo di ADHD?

Alla base dello sviluppo dell’ADHD, oltre alla genetica, ci sono sicuramente:

  • l’aumento dell’infiammazione e dello stress ossidativo
  • l’alterazione della plasticità neurone e dello sviluppo cerebrale
  • l’alterazione del metabolismo glucidico e la disregolazione di ormoni e neurotrasmettitori
  • l’alterazione della barriera intestinale

Il consumo quindi di cibi pro infiammatori e di scarsa qualità aumenta lo stress ossidativo e il danno mitocondriale; il deficit di acidi grassi polinsaturi (W3), fondamentali per il sistema nervoso centrale, provoca un minor sviluppo cerebrale; il consumo di cibi ad alto indice glicemico e zuccheri semplici predispone all’alterazione del metabolismo glucidico; l’apporto di fibre e il consumo di cibi sani influenza la barriera intestinale, la quale è ormai risaputo, essere collegata al cervello.

Da qui l’esigenza e la necessità di porre l’attenzione ad una corretta alimentazione nelle madri in stato di gravidanza e in allattamento, e nei bambini, al fine di limitare la possibilità di insorgenza di questo disturbo.

Esiste una supplementazione utile?

L’insorgenza di ADHD è influenzata anche dalla carenza di alcuni minerali quali zinco, ferro, iodio e magnesio, la loro supplementazione quindi, in caso di carenza o scarso apporto con la dieta, può essere utile sia nella donna in gravidanza per prevenire o ridurre il rischio di insorgenza di ADHD, sia nel bambino e nell’adolescente per ridurre le problematiche che si manifestano quotidianamente correlate a questo disturbo.

Molte sono le sfumature ancora sconosciute di questo disturbo, per cui si consiglia sempre di rivolgersi al proprio nutrizionista di fiducia, al fine di poter effettuare un lavoro accurato e programmare l’alimentazione più corretta per ognuno.

 

Dott.ssa Veronica Berni

 

 

[Complementary and Alternative Medical Therapies for Children with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (ADHD); Janice Pellow et all.]; [THE INFLUENCE OF COMPONENTS OF DIET ON THE SYMPTOMS OF ADHD IN CHILDREN; Klaudia Konikowska et all]

 

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