Nutrizione ed Infiammazione Cronica di basso grado

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Nutrizione ed Infiammazione Cronica di basso grado

Nutrizione ed Infiammazione cronica di basso grado

Nutrizione ed Infiammazione cronica di basso grado

Oggi parliamo di infiammazione cronica di basso grado, scopriremo cos’è, come nasce e come può essere risolta con la giusta alimentazione ed integrazione.

Innanzitutto, l’infiammazione è una condizione scatenata da un certo fattore x al fine di garantire l’integrità dell’organo o del tessuto colpito ed impedirne la diffusione.

L’infiammazione può essere acuta (si sviluppa e si risolve nel giro di pochi giorni al massimo) o cronica (permane per settimane o mesi in seguito all’impossibilità del sistema immunitario di rimuovere il fattore scatenante o in seguito alla presenza costante di stimoli che attivano il nostro sistema immunitario); quest’ultima tipologia di infiammazione è rischiosa per la nostra salute poiché promuove il differenziamento dei tessuti e quindi aumenta il rischio di sviluppo di neoplasie.

Tra l’infiammazione acuta e cronica sta l’infiammazione cronica di basso grado: un’infiammazione che è appunto cronica ma di un livello molto basso, spesso non rilevabile con esami di routine.

Che cosa scatena l’infiammazione cronica di basso grado?

Non esiste un unico fattore scatenate, ma molteplici: la predisposizione genetica sommata all’interazione di fattori esterni come lo stress, uno stile di vita scorretto, l’assenza di attività fisica, la mancata esposizione solare e una cattiva alimentazione, portano allo sviluppo dell’infiammazione cronica di basso grado, chiamata anche low grade chronic inflammation.

 Perché è importante approfondire l’argomento?

Perché questo tipo di infiammazione è ad oggi una delle principali cause dello sviluppo di altre patologie croniche quali il diabete mellito di tipo 2, steatosi epatica, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, neoplasie e malattie neurodegenerative.

Possiamo quindi affermare che l’infiammazione è alla base della nascita di qualsiasi patologia o condizione clinica e poiché la nutrizione si occupa principalmente di prevenzione primaria e secondaria, andando cioè a prevenire lo sviluppo di patologie o a risolvere quelle condizioni cliniche ancora reversibili, penso che approfondire questo argomento sia di fondamentale importanza.

Ma quali sono, dal punto di vista nutrizionale i cibi e le bevande che favoriscono l’insorgenza di infiammazione cronica di basso grado?

Sarà ormai ridondante, ma il consumo ad oggi eccessivo e smisurato di cibi spazzatura, primo tra tutti lo zucchero (e derivati) è il primo trigger dell’infiammazione.

Dai dolciumi, agli snack che sembrano sani (ma non lo sono), ad alcune tipologie di piselli in scatola, alle carni e ai prodotti pronti, tutti questi alimenti hanno spesso come ingrediente aggiunto zucchero o sciroppo di glucosio-fruttosio, fruttosio, saccarosio, destrosio e similari.

Perché? Perché lo zucchero è un conservante ma fondamentalmente lo zucchero crea dipendenza e bisogno di acquistare nuovamente il prodotto: puro marketing! Non esiste alimento dove lo zucchero sia stato aggiunto per motivi salutari.

Altri alimenti incriminati sono le farine raffinate (la classica bianca 00 che tutti possono acquistare a meno di 1 euro), le bevande zuccherate, gli oli vegetali, la margarina, il glutine, le caseine di latte e derivati… e potrei continuare per molto.

Il consumo eccessivo di questi prodotti provoca oltre che un’infiammazione, l’innalzamento della glicemia e dell’insulina, con conseguente stimolo di accumulo di adipe il quale a sua volta produce citochine infiammatorie… è quindi un cane che si morde la coda!!!

È importante abituare anche i bambini nelle prime fasi di vita ad evitare queste abitudini alimentari sbagliate; ciò non vuol dire non godere di momenti conviviali dove il cibo è gusto e sapore e dove è normale consumare anche prodotti “meno salutari” (dove il meno salutari non esiste poiché è la frequenza di consumo di alcuni cibi che provoca il danno).

Per concludere quindi, dobbiamo imparare a riconoscere gli alimenti di cui dobbiamo approvvigionarci ogni giorno, scegliere ingredienti sani e non trattati ma senza demonizzare nessun cibo.

Rivolgetevi sempre ad un professionista della nutrizione per approfondire l’argomento o per stilare il piano alimentare più adatto a voi e alle vostre esigenze.

 

Dott.ssa Veronica Berni

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