Gonfiore addominale: possibili cause e rimedi.
Il termine “gonfiore addominale” indica un accumulo di gas a livello intestinale (ben diverso dal gonfiore provocato da un accumulo di adipe, che altro non è che un ingombro fisico della fascia centrale dell’addome) o a livello gastrico.
Nel secondo caso, il gonfiore si percepisce a livello della parte alta dell’addome ed è provocato da una cattiva digestione, aerofagia (cioè ingestione di aria) o reflusso gastro esofageo.
Nel primo caso invece, il gonfiore si presenta nella parte centrale dell’addome e può essere scatenato da fermentazione di alcuni alimenti a livello intestinale, da malattie infiammatorie intestinali, da patologie come la celiachia o da intolleranze alimentari come quella al lattosio; contribuiscono al gonfiore addominale anche stress, pasti non regolari, scarsa qualità del sonno o alterazione del microbiota intestinale.
I sintomi principali del gonfiore addominale sono dolore, diarrea, stitichezza, meteorismo e flatulenza e crampi.
Poiché una delle prime cause è l’alimentazione scorretta e/o l’ingestione di cibi che fermentano a livello intestinale, si può cercare di risolvere la situazione applicando il protocollo Low-FODMAPs.
Questo protocollo si basa sull’ eliminazione di alimenti fermentativi per circa un mese, dopo il quale, se il problema si risolve, si effettua la re introduzione degli alimenti esclusi, uno alla volta, per cercare di capire quale di questi provoca fastidio.
Spesso però, sfiammato l’intestino, la re introduzione degli alimenti non crea problemi e il soggetto riprende a mangiare tutto (o quasi) in modo equilibrato e adeguato.
La dieta Low-FODMAPs sta ad indicare una dieta a basso contenuto di alimenti FODMAP, dall’inglese Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides and Polyols, ovvero una dieta a basso contenuto di oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili, sostanze che ritroviamo in alcuni cibi e/o bevande.
Gli alimenti che quindi vanno esclusi per circa 1 mese sono tutti quelli contenenti le sostanze sopra elencate, e cioè: glutine, lattosio, legumi ed alcuni tipi di frutta e verdura.
Ovviamente se ciò non fosse sufficiente, associato ad alimentazione corretta, valutazione del nutrizionista ed integrazione adeguata, è opportuno poi rivolgersi al medico specialista.
Dott.ssa Veronica Berni